Non potevamo non parlare del celebre motto che ispira da anni il nostro lavoro,  formazione e selezione.

Conosciuto dai molti “Less is more”, “il meno è più” ossia il meno è meglio, è stato coniato dall’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe, padre del razionalismo e uno dei maggiori esponenti del  modernismo.

La semplificazione non è fine a se stessa, non è uno stile né un linguaggio, ma la riduzione della complessità dei fenomeni della realtà alla loro qualità essenziale. Ciò che porta Mies a realizzare architetture classiche e al contempo moderne.


«Sapete, ogni cosa è così complicata in un edificio. Per raggiungere una chiarezza dobbiamo semplificare praticamente ogni cosa. È un lavoro duro. Bisogna combattere, e combattere, e combattere».


Tutto il lavoro di Mies e della sua scuola si fonda su due pilastri fondamentali: ordine e razionalità. Per Mies l’ordine non è qualcosa che si impone ma qualcosa che va cercato e trovato, il risultato di un processo di conoscenza della natura delle cose.

L’architettura, allora, non è altro che una forma di conoscenza della realtà,  risultato di un percorso razionale, che non ha nulla a che vedere col fantasioso o l’arbitrario,  ma che procede di scelta in scelta, dalla complessità all’essenzialità, fino al punto in cui nulla può essere aggiunto e nulla tolto.

 

Casa Farnsworth, Chicago

Nei suoi lavori, progetti di design, oggetti d’arredo, l’obiettivo  principale è stato quello di rivelare la struttura delle cose facendone emergere l’intrinseca bellezza. Ludwig Mies Van der Rohe fu il genio della semplicità.  Le sue, furono architetture in pelle e ossa d’acciaio.

Non stupisce che ancora oggi  le sue idee e la sua produzione sia senza età, lontana dalle mode e sposi l’attuale ricerca dell’uomo dell’ essenzialità.